Mozione contro l’adozione del voto elettronico per le elezioni politiche e/o amministrative

Mozione contro l’adozione del voto elettronico per le elezioni politiche e/o amministrative

Il 9 luglio 2021 il Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro per l’Innovazione Tecnologia e la Transizione Digitale, ha approvato un decreto per la sperimentazione del voto elettronico in Italia, con le relative linee-guida, che punta a valutare modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche ed europee e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione. In fase di conversione l’ambito della sperimentazione è stato esteso alle elezioni regionali e amministrative, con l’obiettivo di consentire la prima sperimentazione già nel 2022. Il decreto prevede che il voto venga espresso mediante una web application a cui l’elettore può accedere con qualsiasi dispositivo digitale collegato alla rete internet. Lo scopo dichiarato è sia quello di modificare le modalità di voto degli italiani all’estero, che attualmente votano per corrispondenza, sia quello di agevolare la possibilità di voto dei cittadini fuori sede per motivi di studio, lavoro o sanitari.

La comunità informatica italiana ritiene doveroso evidenziare i rischi connessi all’uso del voto elettronico nelle elezioni politiche, unendosi alle preoccupazioni già manifestate da i colleghi degli Stati Uniti che, nell’aprile del 2020, hanno diffuso una lettera aperta indirizzata a Governatori, Segretari di Stato e Direttori degli Uffici Elettorali di tutti e 50 gli stati americani, basata su vent’anni di analisi ed evidenze scientifiche preparata dal Centro per l’Evidenza Scientifica nelle Questioni Pubbliche, dove concludono che «la votazione via Internet non è una soluzione sicura per votare negli Stati Uniti, né lo sarà in un prevedibile futuro». Tra i firmatari della lettera compaiono importanti associazioni scientifiche di informatica quali ACM (Association for Computing Machinery) e CRA (Computing Research Association) e numerosi esperti, tra cui Vinton Cerf (inventore di Internet) e Ronald Rivest (uno dei padri della crittografia moderna e della firma digitale), entrambi vincitori del Turing Award (Questo riconoscimento viene spesso chiamato “premio Nobel dell’informatica”). I principali argomenti a sostegno delle preoccupazioni sull’uso del voto elettronico sono:

  • tutti i sistemi e le tecnologie per la votazione su Internet sono al momento attuale inerentemente insicuri;
  • l’eventuale ricorso a tecnologie basate su certificazione distribuita (ad esempio blockchain) non riduce gli elevati rischi di compromissione della votazione su Internet;
  • nessuna app per la votazione con dispositivo mobile è sufficientemente sicura da permetterne l’uso;
  • non esiste alcuna evidenza tecnica che una qualunque tecnologia di votazione su Internet possa essere resa sicura in un prevedibile futuro, mentre al contrario tutta la ricerca attualmente esistente dimostra il contrario;
  • a prescindere dal tipo di tecnologia utilizzata, il voto da remoto non può soddisfare contemporaneamente il requisito di essere personale e di essere libero e segreto, rendendo impossibile soddisfare i vincoli costituzionalmente previsti a tutela del voto democratico.

Sulla base degli innumerevoli risultati scientifici raccolti in questi anni, riteniamo impraticabile allo stato attuale l’utilizzo, ancorché sperimentale, del voto elettronico in Italia, in quanto esso comporta sia rischi di voto di scambio, di coercizione, di attacco e manipolazione molto elevati e estremamente pericolosi; sia l’adozione di un modello elettorale in cui il cittadino potrebbe non essere in grado di convincersi della veridicità del risultato di elezioni per le quali la conoscenza necessaria per i controlli fosse patrimonio di un ristretto gruppo di persone, minando così le basi fondanti della democrazia. Queste ultime considerazioni sono proprio quelle alla base della decisione della Corte Costituzionale tedesca di sancire la non costituzionalità in Germania del voto elettronico.

In conclusione, la comunità informatica italiana, pur condividendo l’obiettivo di fondo del decreto di promuovere modalità di voto che estendano la partecipazione dei cittadini (in particolare di quanti abbiano limitazioni di accesso ai tradizionali seggi elettorali) e incrementino l’efficienza dell’intero processo, ritiene che, al momento, i sistemi e le procedure di voto elettronico esistenti (specialmente se di internet voting, attualmente previsti nel decreto), non presentano garanzie di sicurezza sufficienti tali da permetterne l’adozione, anche in via sperimentale, visto il potenziale impatto che un attacco informatico avrebbe in questo contesto. Tuttavia, ritiene di elevato valore strategico ogni iniziativa diretta allo studio di soluzioni mirate alla dematerializzazione e innovazione digitale delle procedure elettorali, coerentemente agli obiettivi perseguiti nel decreto, a partire dalla riorganizzazione dei processi informativi dei seggi elettorali tradizionali, in modo da rendere più agevole e efficiente il voto tradizionale, fino allo studio di soluzioni che impieghino forme di voto elettronico non remoto, opportunamente supportato da una traccia cartacea (cosiddetto voto VVPAT, voter-verifiable paper audit trail), in modo da estendere la partecipazione al voto offrendo al tempo stesso ampie garanzie di sicurezza.

Download: Mozione Contro il Voto Elettronico